Martedì, 10 gennaio 2012. Mi fa enormemente piacere quando qualche genitore, inserendosi sul blog, ci da l'opportunità di capire cose che a volte sfuggono alla nostra attenzione. Alessandro, da quanto apprendo dal suo srivere, da tempo aveva capito che qualcosa non andava negli spogliatoi. Qualcosa che non andava dal punto di vista comportamentale, lo sapevamo anche noi. Tanti i rimproveri giuntici da parte del buon Nicola. Tanti i minuti spesi in campo per redarguire gli indisciplinati. Noi non siamo, come si suol dire, i "padroni del vapore" , noi siamo dei semplicissimi istruttori che cercano di invogliare dei ragazzi a questa pratica sportiva che per noi è l'hobby preferito. Tutto qui. Ovviamente si cerca di dare delle linee comportamentali ma se queste, nei modi semplici, lineari e trasparenti, non vengono recepite, noi non possiamo certamente allontanare questi ragazzi dalla società. Sono altre le figure deputate a questo. Certamente non noi. Noi, come oggi, possiamo non convocare per una gara un ragazzo. Tutto qui. E certamente la cosa non ci fa piacere. Lo scritto di Alessandro vuole però, scusate adesso la mia presunzione, rappresentare qualcosa di altro che non ha nulla a che vedere con l'aspetto educativo. Forse prettamente l'aspetto tecnico. Questo è un argomento diverso da quello di cui stavamo discutendo. Di questo, qualora se ne voglia parlare, è giusto discuterne insieme agli altri istruttori. Accetto il consiglio di Alessandro quando ci dice di cambiare registro. Almeno per quel che mi riguarda non mi manca molto per farlo. E poi, anche in questo, è giusto che siano altre figure a deciderlo. Noi siamo sempre in discussione ogni qualvolta mettiamo piede sul terreno di gioco. Lo sappiamo ed accettiamo volentieri di farlo. Grazie di essere intervenuto. Spero che tanti altri lo facciano. Con me o con noi o senza di noi questi ragazzi devono crescere. Si cresce anche nelle delusioni.
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